Superbia ignorante che alberghi nel cuore
e ostenti i tuoi vizi il mediocre a celare
nel dì d'ogni giorno divori l'onore
e mascheri il vuoto pensier col guardare
un mondo di pupi hai creato a me intorno
che recita guitta commedia borioso
l'imperio hai affidato a un insulso contorno
servendo a noi tutti un boccone dannoso
le stolte galline che siedon sul trono
con aria e denaro a scoppiare farcite
si sporcan le mani e non chiedon perdono
che è ormai una furbizia sfruttare altre vite
riservan futuro alle uova avariate
rubando il presente a chi ha sano il cervello
dal trespolo altrui non saran spodestate
se scelgon la corte in servile bordello
s'attaccano come vernice alla sedia
le norme che incollano ad essa dettando
conducon la nave a sicura tragedia
ponendo un amico furbetto al comando
e se l'incapace pian piano s'ingrassa
è emessa condanna alla fame ed al guaio
per chi porterebbe la gioia alla massa
in cui è ricompreso anche il vile pollaio
per dare il compenso a colui che han comprato
addossano a chi non è amico quei costi
un soldo non puote esser moltiplicato
ubiquo non è e non può stare in due posti
se dunque di torta che in dieci è spartita
codesto ha una fetta ma nove ne ha quello
il conto è banale e non servon le dita
che l'ultimo è ladro di quattro al fratello
così le risorse per far produzione
che meglio impiegate darebbero frutti
in mano son date a superflue persone
portando miseria e a svantaggio di tutti
la democrazia chi è il colpevole addita
colui che subisce cotal situazione
ché il sogno egoista è cambiar la sua vita
copiare il letame e cambiarsi in padrone
e se ci persuadono ad essere muti
con l'arma di volgarità che disgusta
cessare dobbiamo di stare seduti
e usar la condanna morale per frusta
saremo correi di gomorra che è in cima
se diam per scontato che questo è normale
se non ripuliamo noi stessi dapprima
ci siam meritati ogni giorno quel male
se infatti dal popolo è scelto il barone
palese è che quello è di questo una foto
e se il nominato è un corrotto o un coglione
completa la coppia colui che dà il voto.
di Antonio Luca Siliotto - www.siliotto.it
(dal libro Solidiversi, ISBN: 978-88-91039-80-4)
Maestra impietosa che tacita avanzi
per mano alla tenebra al tempo e alla pace
al tuo condannato ponendoti innanzi
esegui sentenza che cela alla face
La porta che s'apre ed un raggio di luce
un soffio di vento che sveglia al vagito
a volti stranieri la strada conduce
e a un falso ed incerto perché perseguito
Tempo impietoso che passi veloce
che quello ch'è andato per sempre è perduto
il giorno noioso è oramai la tua voce
e porta a me seco dolore assoluto