La sera ho sprecato ne sono sicuro
l'avrei molto meglio impiegata a sedere
lo sguardo sbarrato a fissare un bel muro
m'avrebbe donato maggiore piacere
ché a star nella folla che s'agita ingorda
di finger sollazzo per farsi notare
mi sembra d'avere al mio collo una corda
che sempre più presto m'affretto a tagliare
talvolta mi sembrano un allevamento
che perde il suo tempo ignorando il finale
immersi in ipocrita divertimento
faranno la fine d'un grosso maiale
e bevon depressi per darsi un aspetto
per giunger storditi alla giovin mattina
si negan da soli il dovuto rispetto
sbavando davanti a qualunque gallina
perché dopo mesi in palestra trascorsi
che il corpo ha nutrito e la mente per nulla
potran dedicarsi a profondi discorsi
che il cor scioglieran d'ogni Barbie fasulla
e nello squallore di questa tristezza
la donna s'illude la scelta d'avere
cammina siccome una dea con fierezza
perché qualche cieco le guarda il sedere
il suo valutare sarà ricercato
così come stesse le scarpe comprando
e sfodererà come sempre al mercato
lo sguardo di chi sta il pianeta salvando
che bell'esperienza è trovarsi alla pari
nel circo dei geni che batton le mani
i dischi coprendo con fischi volgari
siccome a raccolta chiamassero i cani
e fra le befane di gran caratura
conciate siccome nemmeno in bordello
che sveglia si ruppe con grande sventura
nel giorno nel quale fu dato il cervello
allora è deciso domani si dorme
che almeno il riposo non urta i miei nervi
e non rischierò di confondermi all'orme
di Circe deforme e di tutti i suoi servi.
di Antonio Luca siliotto - www.siliotto.it
(dal libro "Solidiversi", ISBN: 978-88-91039-80-4)
Di te non c'è traccia negli animi inetti
che popolan stolti le terre innocenti
un dì fosti amata ed accolta nei petti
ed oggi vocabolo ignoto alle genti
E' possibile tradurre in poesia la nostra
società? Possono le rime descrivere la
realtà e le persone che ci circondano?
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